Onorevoli Colleghi! - È opinione ampiamente diffusa che anche in Italia la necessità di una risposta sempre più efficace e moderna al crimine comune ed organizzato ed alla risoluzione delle impellenti problematiche dell'ordine pubblico deve indurre il legislatore a compiere scelte che assicurino la massima qualificazione degli appartenenti alle Forze di polizia e in particolare di coloro che sono chiamati ad assolvere funzioni di direzione del personale e di scelta nell'allocazione delle risorse.
      Particolare attenzione, perciò, dovrebbe essere dedicata ai funzionari di pubblica sicurezza cui sono demandate, in via esclusiva, anche le responsabilità di coordinamento delle Forze di polizia e di direzione dei più delicati servizi di ordine pubblico, oltre che numerose potestà autorizzative (si pensi a cortei e manifestazioni, riunioni in luogo pubblico, tutela dei minori, ricomposizione di privati, passaporti, immigrazione, licenze di polizia, armi, misure di prevenzione, eccetera) in tema di sicurezza non attribuite ad altre autorità civili o militari.
      In questi anni, a causa di un certo disordine legislativo, del susseguirsi di norme che hanno profondamente modificato lo stato giuridico della generalità degli appartenenti al pubblico impiego, compresi coloro che prestano servizio nei ruoli esecutivi e di concetto della Polizia di Stato, i funzionari di pubblica sicurezza hanno finito per subire un'ingiustificata compressione delle loro posizioni giuridiche soggettive.
      Se a ciò si aggiunge che il riordino delle carriere non direttive, operato dal Governo con il decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 197, e successive modificazioni, ha provocato un appiattimento delle qualifiche e delle funzioni degli ispettori della

 

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Polizia di Stato, ruolo intermedio di concetto, quadruplicandone il numero e mortificando ulteriormente le aspettative di quanti avevano ottenuto tale qualifica sulla base di selettivi concorsi pubblici riservati a candidati in possesso del titolo di studio della scuola media superiore, sarà chiaro che è giunto il momento di un'inversione di rotta. La Polizia di Stato italiana deve ritrovare un suo equilibrio.
      Si deve puntare alla qualificazione di funzionari ed ispettori secondo un modello coerente e compatibile con gli indirizzi dettati per altre qualificate carriere dello Stato, come quelle dei prefettizi, dei diplomatici, dei medici e dei docenti universitari.
      Con il complesso delle modifiche proposte, oltre a ristabilire gli indispensabili equilibri tra le varie componenti dell'Amministrazione della pubblica sicurezza previsti dalla legge 1o aprile 1981, n. 121, e successive modificazioni, si garantisce al Ministro dell'interno la disponibilità di risorse umane altamente qualificate e motivate, affinché possa esercitare le sue attribuzioni in materia di ordine e sicurezza pubblica con sempre maggiore efficacia ed autorevolezza.
      Allo scopo, infatti, si tende a restituire ai funzionari di pubblica sicurezza una specifica identità professionale, delineandone per legge le peculiari ed atipiche funzioni, in un contesto nel quale sono chiamati a svolgere, in posizione di elevata responsabilità, compiti di direzione e di amministrazione che, per l'eterogeneità e la complessità delle normative di riferimento e la molteplicità dei diritti ed interessi da curare, li contraddistinguono nell'ambito del pubblico impiego.
      Si prende inoltre atto che ad essi sono affidati gli oneri di direzione di uffici della Polizia di Stato con particolare rilevanza esterna e, in via esclusiva, le responsabilità derivanti dall'esercizio delle funzioni di autorità di pubblica sicurezza, di rappresentanza della stessa nelle situazioni tecnico-operative che maggiormente rilevano per l'ordine e per la sicurezza pubblica, così come richiesto dalla tradizione giuridica e democratica del nostro Paese.
      È necessaria, dunque, l'istituzione di una nuova area negoziale, comune a tutti gli attuali funzionari della Polizia di Stato, riconoscendo dell'area dirigenziale la loro specificità di titolari della funzione di pubblica sicurezza, secondo un modello analogo a quello che lo stesso Parlamento ha ritenuto valido per le categorie dei funzionari prefettizi del Ministero dell'interno (oggi tutti inseriti automaticamente ope legis nell'area dirigenziale) che da sempre costituivano un ruolo parallelo a quello dei funzionari di pubblica sicurezza, con i quali sono impegnati nella comune gestione di molti uffici del Ministero dell'interno.
      Nel riconoscere che, in ragione di precise scelte legislative, la diversa natura del rapporto di lavoro del personale della Polizia di Stato - dalla quale discendono vincoli negoziali assai più articolati ed estesi di quelli vigenti per le Forze di polizia ad ordinamento militare - e la stessa necessità di gestire, nell'ambito del rapporto di servizio, personale dei ruoli civili del Ministero dell'interno, hanno finito per accentuare notevolmente la complessità del sistema delle relazioni sindacali, si prende atto della necessità che il funzionario della Polizia di Stato debba possedere conoscenze giuridiche, capacità manageriali e flessibilità culturale di più elevato livello.
      In relazione all'anzianità maturata, inoltre, si fissano le regole per un armonico rapporto tra i funzionari di pubblica sicurezza e gli appartenenti alle diverse amministrazioni che compongono il Dipartimento della pubblica sicurezza, tenuto conto della necessità di restituire coerenza ad un sistema nel quale gli interventi legislativi susseguitisi in questi ultimi anni in materia di carriere ed ordinamento del personale hanno inciso in misura notevole, ma spesso senza tenere conto di fondamentali interessi dello Stato.
      Su queste basi, per rafforzare l'unitarietà e la specificità della carriera dei funzionari di pubblica sicurezza e nell'ottica strategica del consolidamento e del rilancio dell'intera Istituzione, si prevede la costituzione di una distinta ed autonoma
 

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disciplina contrattuale, in tale modo aprendo anche la strada per un effettivo riallineamento, non solo retributivo, della dirigenza di Polizia di Stato a quella del restante pubblico impiego.
      A fronte di oneri non comuni incombenti sulla categoria, si apprestano, altresì, in speculare sintonia con quanto dalla legge disposto di recente a favore di altra carriera dell'Amministrazione dell'interno, idonee garanzie contro i rischi che discendono dall'esercizio delle funzioni proprie della carriera, in modo che, in uno, siano più efficacemente garantiti l'interesse del cittadino e quello stesso della pubblica amministrazione.
      Ciò anche in coerenza con l'approvazione e la presentazione in Parlamento del disegno di legge di riordino della dirigenza statale (atto Camera n. 1696 - atto Senato n. 1052) con il quale il Governo ha inteso nelle scorse settimane introdurre ulteriori elementi innovativi nella disciplina generale della dirigenza pubblica che, negli ultimi anni, ha formato oggetto di numerosi (e non sempre articolati) interventi legislativi, creando la cosiddetta «vicedirigenza» ovvero una categoria di funzionari con autonomo profilo giuridico ed autonoma area negoziale.
      Infatti con tale disegno di legge vengono inclusi nell'area della vicedirigenza i funzionari laureati per ora inquadrati nelle posizioni ordinamentali C2 e C3 ovvero i ruoli direttivi del pubblico impiego che corrispondono attualmente al ruolo dei commissari di pubblica sicurezza di cui al decreto legislativo n. 334 del 2000, e successive modificazioni.
      È quindi doveroso riallineare i funzionari di pubblica sicurezza con i funzionari prefettizi (oggi, come ricordato, tutti inseriti automaticamente ope legis nell'area dirigenziale) e con quelli del pubblico impiego che hanno, quanto meno, avuto il riconoscimento della vicedirigenza!
      Si intende, poi, esaltare l'innovazione che la recente riforma ha voluto introdurre in favore degli ispettori, ovvero la costituzione per gli stessi del «ruolo direttivo speciale», evitando limitanti sovrapposizioni e attraverso l'attribuzione, ai suoi appartenenti, di specifici compiti direzionali e di autonome responsabilità, come giusto riconoscimento all'esperienza ed alla professionalità di coloro che, provenendo dai ruoli non direttivi, hanno superato le procedure di selezione ed i percorsi formativi richiesti per l'accesso alle qualifiche superiori, dandogli spazio in una nuova (appunto le qualifiche C1, C2 e C3) corrispondente alle attuali qualifiche dei collaboratori del pubblico impiego. Tale nuova collocazione automatica degli ispettori superiori consentirebbe, peraltro, di sbloccare il vertice della carriera non direttiva, con ottime prospettive di progressione di carriera del restante personale subordinato.
      Si pensi, infine, che la presente proposta di legge, onde riparare prima di tutto a quello che è giustamente il precipuo recupero di una dignità di posizione giuridica, prevede la possibilità di fare fronte alle previsioni di spesa, predisponendo l'attribuzione dei prescritti emolumenti economici anche con una fase dilatoria e secondo criteri da individuare a cura dei competenti Ministeri dell'interno, per la funzione pubblica e dell'economia e delle finanze.
 

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